(D) Le aziende si trovano in uno scenario competitivo complesso, altamente variabile e spesso anche imprevedibile. Come si inserisce la Data Analytics all’interno di tali dinamiche e quale deve essere il suo ruolo nella quotidianità?
(R) Luigi: Se già in passato era importante, ora il dato è fondamentale per dirigere le aziende e guidarle verso i propri obiettivi. I dati vengono prodotti costantemente e crescono per volume e dimensione: la disponibilità di informazioni sempre aggiornate è essenziale, perché il dinamismo a cui oggi siamo abituati ha completamente ridefinito il concetto di serie storica. Grazie ad aggiornamenti frequenti della base dati, le organizzazioni possono rimodulare le proprie strategie in base agli obiettivi, agli eventi esterni e al loro impatto sul business.
(R) Umberto: Oggi bisogna essere sempre più veloci e, soprattutto, bisogna essere precisi. La Data Analytics è fondamentale in questo, perché permette di individuare le variabili in gioco e identificare le diverse relazioni. Per la Supply Chain, ad esempio, è importante la sincronia su volumi e tempi della merce per soddisfare la domanda di mercato ed evitare possibili criticità. I dati permettono sia di incrementare l’efficienza operativa, ma anche le stesse relazioni tra partner.
(D) Informazioni, efficienza, relazioni sono da sempre parole chiave della Supply Chain. Oggi sono diventate anche il fondamento di un modello gestionale nuovo, funzionale alle recenti dinamiche competitive. È sempre più comune sentire parlare di “approccio organico alla catena di fornitura”: ma cosa significa dal punto di vista pratico e com’è possibile implementarlo?
(R) Luigi: È un argomento ampio ma, semplificando molto, direi che la Supply Chain vive di informazioni. La capacità di raccoglierle, organizzarle e farle fluire è necessaria per far funzionare i flussi di fornitura tra le aziende e verso il mercato. La gestione e l’organizzazione del dato sono condizioni complementari all’operatività e all’efficienza dell’intero sistema: si ottengono vantaggi organizzativi in termini di fluidità, precisione ed efficienza, ed economici come l’ottimizzazione dei costi. L’insieme di questi aspetti porta quindi ad un miglioramento della capacità dell’azienda di raggiungere i propri obiettivi, e il tutto parte proprio dal dato.
(R) Umberto: È ormai evidente la necessità di adottare un approccio diverso, sia per gestire l’imprevisto che per arginare gli effetti di ritardi o interruzioni nelle forniture – situazioni che purtroppo avvengono sempre con maggior frequenza. Tutto è connesso e deve essere gestito con efficacia: qualsiasi criticità a valle ricade poi sugli altri livelli, con tutte le ripercussioni che ne derivano a livello economico e gestionale. Per evitare situazioni simili, bisogna vedere la Supply Chain nel suo insieme come un sistema integrato e integrabile, una catena i cui anelli tirano l’uno con l’altro. Per migliorarla serve un approccio organico, perché intervenire a “compartimenti stagni” non funziona né nel breve né nel lungo periodo. Bisogna spingere verso la condivisione di dati e informazioni tra partner, in modo da anticipare la domanda di mercato e organizzare, di conseguenza, la produzione e gli acquisti.
(D) Vista la velocità di evoluzione delle dinamiche competitive, possiamo immaginare che nel prossimo futuro la Supply Chain sarà ancora protagonista di importanti cambiamenti. Dal punto di vista analitico e tecnologico, cosa dobbiamo aspettarci?
(R) Luigi: Le situazioni di crisi sono determinate da fattori esterni ed interni. Diventa quindi importante conoscere questi fattori ed avere i supporti per riallineare i principi di gestione: l’interconnessione e la disponibilità degli asset informativi a tutti i livelli della Supply Chain sono cruciali. A mio avviso, tutto quello che permetterà di aumentare questa condivisione continua sarà oggetto di investimento da qui al futuro. Penso, ad esempio, alle tecniche di Blockchain che garantiscono sicurezza e fiducia nella connessione informatica: queste saranno delle soluzioni sempre più adottate dalle aziende.
(R) Umberto: La Business Intelligence serve a far vedere cosa è successo, cosa succede e cosa potrebbe succedere: credo che nei prossimi anni l’orizzonte previsionale sarà sempre più importante. Bisogna poi considerare che, quando si parla di Analytics per la Supply Chain, non c’è solo uno scambio di merci, ma anche di informazioni e dati: la sincronia a cui accennavo prima si riferisce proprio all’implementazione di flussi informativi che si muovono insieme ai prodotti o, addirittura, prima. Insomma, una vera e propria Supply Chain Analysis per consentire a tutti gli operatori di compiere scelte efficienti nel breve e medio periodo. Se già oggi i dati sono fondamentali per le imprese, domani saranno elementi imprescindibili del business.
In uno scenario in cui il dato è protagonista e l’approccio data-driven è preferenziale, competenze trasversali come la Data Literacy sono e saranno la chiave di volta che consentirà alle persone di comprendere gli insights e discutere su di essi,per definire la strategia aziendale da intraprendere.